Il Riccio di Parma o Tomàca ‘d Pärma
Il Pomodoro Riccio di Parma, come tutte le altre varietà di pomodoro è originario del Centro-Sud America. Questo prodotto arrivò nel nostro continente verso l’inizio del XVI secolo, ma ci volle parecchio prima che venisse riconosciuto come alimento commestibile.
Le prime esperienze europee con questo frutto infatti, si limitarono al puro scopo ornamentale. Bisognerà aspettare la metà del 1700 per vederlo trionfare sulle nostre tavole. Nell’antico ricettario di Antonio Latini “Lo scalco alla moderna” del 1693 troviamo una delle prime ricette a base di pomodoro e nella fattispecie una salsa di pomodoro.
Da questo momento però dovremmo aspettare quasi due secoli perchè il pomodoro entri a far parte dell’economia del territorio parmense. Grazie all'agronomo Carlo Rognoni, infatti, solo a fine ottocento, il pomodoro divenne una produzione estensiva dei nostri territori a partire da alcuni terreni di Panocchia.
Anche se oggi il pomodoro è un prodotto che ha un enorme successo come alimento fresco, a Parma fin dagli inizi la sua coltivazione fu molto legata alla trasformazione industriale, sulla quale si concentrò la ricerca agronomica e tecnologica.
Ma allora quando si comincia a parlare di Riccio di Parma? Le notizie sono piuttosto chiare a riguardo. Al 1905, infatti, risalgono le prime notizie sul Rosso Grosso (altro nome del Riccio di Parma) a carico del Prof. Bernardi -Tolomei. Il Prof. Tolomei lavorò nella tenuta dei fratelli Cerdelli in quegli anni mettendo a confronto alcune varietà di pomodori con la Nizzarda (prima coltivata a Parma). Da qui, il “Costoluto di Parma” divenne simbolo della produzione del concentrato di pomodoro, fase che durò almeno fino a fine anni ’30.
Le prime esperienze europee con questo frutto infatti, si limitarono al puro scopo ornamentale. Bisognerà aspettare la metà del 1700 per vederlo trionfare sulle nostre tavole. Nell’antico ricettario di Antonio Latini “Lo scalco alla moderna” del 1693 troviamo una delle prime ricette a base di pomodoro e nella fattispecie una salsa di pomodoro.
Da questo momento però dovremmo aspettare quasi due secoli perchè il pomodoro entri a far parte dell’economia del territorio parmense. Grazie all'agronomo Carlo Rognoni, infatti, solo a fine ottocento, il pomodoro divenne una produzione estensiva dei nostri territori a partire da alcuni terreni di Panocchia.
Anche se oggi il pomodoro è un prodotto che ha un enorme successo come alimento fresco, a Parma fin dagli inizi la sua coltivazione fu molto legata alla trasformazione industriale, sulla quale si concentrò la ricerca agronomica e tecnologica.
Ma allora quando si comincia a parlare di Riccio di Parma? Le notizie sono piuttosto chiare a riguardo. Al 1905, infatti, risalgono le prime notizie sul Rosso Grosso (altro nome del Riccio di Parma) a carico del Prof. Bernardi -Tolomei. Il Prof. Tolomei lavorò nella tenuta dei fratelli Cerdelli in quegli anni mettendo a confronto alcune varietà di pomodori con la Nizzarda (prima coltivata a Parma). Da qui, il “Costoluto di Parma” divenne simbolo della produzione del concentrato di pomodoro, fase che durò almeno fino a fine anni ’30.
Quasi scomparso e relegato a piccoli orti familiari, il Riccio di Parma sta vivendo un Rinascimento grazie alla volontà di molti agricoltori e di alcune azienda, in primis l’Azienda Stuard che grazie all’impegno del suo personale tecnico scientifico è riuscita nell’intento di riportare in vita questa vecchia varietà orticola http://www.stuard.it/i-pomodori-antichi-del-parmense/.
Il Pomodoro Riccio di Parma e i prodotti trasformati derivati, sono disponibili presso l’Emporio del Podere Stuard a San Pancrazio.
Il Pomodoro Riccio di Parma e i prodotti trasformati derivati, sono disponibili presso l’Emporio del Podere Stuard a San Pancrazio.